a cura di Franco Mesturini

La Sanità Militare

All’entrata in guerra, il personale del Servizio Sanitario Militare era dotato della stessa uniforme del Regio Esercito Italiano, il modello 1909, in tessuto diagonale grigioverde (in realtà una tinta più tendente al grigio) per gli ufficiali e in panno grigioverde per la truppa.
Il fregio da berretto per gli Ufficiali medici era in canutiglia argento e composto da una stella recante al centro un tondo bianco che accoglieva una croce greca rossa, sormontata dalla corona reale (foto 01). Successivamente i trofei degli ufficiali vennero attenuati e prodotti in filo di seta grigioverde o di lana grigioverde (foto 02 e 03).

I militari di truppa della Sanità avevano il fregio da berretto composto dalla sola stella (senza la corona reale) con al centro la croce rossa su campo grigioverde, in filo nero su panno grigioverde (foto 04 e 05). In seguito, per razionalizzare tempi e costi, il fregio fu ricamato a macchina in filo nero su tela grigioverde (foto 06 e 07).

Quando nel settembre 1915, gli ufficiali adottarono l’uniforme da guerra del modello da truppa, il fregio del berretto dei medici fu adeguato a quello della bassa forza, ebbero cioè la stella nera senza corona (foto 08); questo provvedimento fu messo in atto per mimetizzare i comandanti che, con la loro normale tenuta, erano facilmente individuabili dagli osservatori e dai cecchini nemici.

I Veterinari avevano il fregio come i medici ma al centro della stella, il tondo era azzurro (foto 09 e 10).

Il fregio dei Farmacisti era composto da due bastoni di "Esculapio" incrociati, con al centro un tondo bianco recante la croce rossa, il tutto sormontato dalla corona reale (foto 11).
Gli ufficiali Farmacisti amministrativi avevano il medesimo fregio con l’aggiunta in basso di una corona d’alloro (foto 12).

 

La sanità militare era coadiuvata da Associazioni di soccorso il cui personale fu militarizzato e assoggettato alla giurisdizione militare, come la Croce Rossa italiana e il Sovrano Militare Ordine di Malta ai sensi del Regio Decreto n. 719 del 23 maggio 1915. I loro fregi vennero prodotti secondo la tipologia già citata per il Regio Esercito.

La Croce Rossa Italiana (CRI)

Il fregio degli Ufficiali medici della CRI era come quello dei medici della sanità (foto 13); la versione per gli Ufficiali medici amministrativi era la stella con corona contornata da un serto d’alloro (foto 14).
Sottufficiali e truppa avevano la stella in filo bianco senza corona (foto 15, 16 e 17).
Tutto il personale della Croce Rossa Italiana aveva speciali stellette al bavero caricate al centro della croce rossa, e il bracciale internazionale: una fascia bianca con al centro la croce rossa (foto 18).
La CRI comprendeva personale ausiliario femminile: le Crocerossine.
Esse erano tutte volontarie, non rivestivano lo status militare e avevano gradi puramente funzionali. Come unico simbolo distintivo avevano la croce rossa sulla cuffietta e sul petto (foto 19 e 20).

Recenti indagini hanno fatto emergere l'arruolamento nelle fila della CRI di personale femminile laureato che assunse lo status di medico, le oramai c.d. "dottoresse al fronte".

 

Il Sovrano Militare Ordine di Malta (SMOM)

I fregi del personale dello SMOM erano come quelli della CRI ma con al centro della stella un tondo rosso recante la croce di malta in bianco (foto 21 e 22).

La Croce Azzurra

I volontari della Croce Azzurra erano addetti alla cura e alla convalescenza degli equini in servizio presso l’Esercito mobilitato; il loro fregio da berretto era come quello della Sanità, ma con la croce azzurra al centro della stella (foto 23).

La Croce Verde

I volontari della Croce Verde si occupavano principalmente della protezione civile nelle località colpite dai bombardamenti e dai cannoneggiamenti.
Il fregio era una granata fiammeggiante con al centro un tondo bianco caricato da una croce greca, il tutto ricamato nel colore che distingueva l’Associazione (foto 24).

 


Le immagini proposte fanno parte delle collezioni di Andrea Bambilla, Roberto Manno, Franco Mesturini, Francesco Tavoletti.

E' vietata la loro riproduzione senza la preventiva autorizzazione dei legittimi proprietari.

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