andrea marroAd un anno dall'istituzione degli ospedali chirurgici mobili, un'iniziativa simile, seppur con "sponsor" meno munifici dei comitati milanesi, fu adottata dal prof. Andrea Marro, Maggiore medico della CRI e consulente chirurgo presso la 2ª Armata. Nell'agosto 1916, periodo in cui entravano in funzione gli ospedali chirurgici mobili del prof. Rossi, il prof. Marro, visitando i vari ospedali di guerra, si rese conto al pari del collega, della mancanza tra i ricoverati di feriti addominali, toracici o cranici, giungendo alla conclusione che le unità sanitarie di prima linea non potevano garantire un adeguato soccorso chirurgico per garantire ai feriti gravi di raggiungere gli ospedali di retrovia.

Così, come ricorda il diario storico del Commissario delegato della CRI presso la 2ª Armata nei primi giorni di aprile 1917, il prof. Marro, con il sostegno del Colonnello Eugenio Boccardo, delegato CRI della Zona Gorizia, iniziò i preparativi per impiantare il primo posto chirurgico avanzato.

Alla fine dello stesso mese, fu individuato il primo sito per accantonare il posto chirurgico avanzato: con il consenso del Capo Ufficio sanità dell'11ª Divisione, fu scelta la c.d. "Villa degli Artiglieri" a Ciprianisce, dove aveva sede anche il posto di medicazione della XIV Sezioni Automobili che avrebbe curato il rifornimento del posto chirurgico.

Concorsero alle risorse finanziarie, del valore di circa 10.000 lire, per dar vita al progetto del prof. Marro, il Tenente Commissario della CRI Giuseppe Visconti di Modrone, alcuni Ufficiali della Croce Rossa appartenenti alla 2ª Armata e le signore Anna Erba, Contessa Carla Visconti e Contessa Lina Castelbarco.

A metà maggio 1917, si rese evidente che il posto chirurgico avanzato non poteva stazionare in un singolo luogo e che gli spostamenti sarebbero stati decisi dal Commissario delegato della CRI o dal dirigente del posto chirurgico, d'accordo con la direzione di sanità d'Armata o dei singoli direttori di sanità del Corpi d'armata. 

Quindi, oltre al posto di Ciprianisce, furono scelti e preparati altri due posti: a Savogna, nei locali preparati dalla 10ª ambulanza da montagna CRI e a Zagora, nei locali preparati dall'88ª ambulanza da montagna CRI.

Il 17 maggio iniziò a funzionare quest'ultimo posto. Precisamente nel locale c.d. della "Palazzina", dove si trovava anche il Comando e il reparto carreggiato della 53ª sezione di sanità. Il posto chirurgico avanzato aveva la seguente formazione di mezzi: una piccola sala operatoria con annessa camera per la preparazione dei ferri; una saletta con sei lettini da campo; una stanza adibita alla preparazione dei feriti; una stanza adibita alla sterilizzazione del materiale; una stanza per il magazzino e per la farmacia; un solaio per il deposito dei materiali e per il dormitorio.

L'organico medico, invece, comprendeva il Maggiore Medico Prof. Dott. Andrea Marro (Medaglia d'Argento al Valore Militare e Croce di guerra al Valor Militare), quale direttore responsabile, il Capitano Medico Dott. Francesco Frezzolini (2 Croci di Guerra al Valor Militare), i Tenenti Medici Dott. Federico Delaini e Dott. Angelo Cassano, il Capitano Commissario Conte Giuseppe Visconti di Modrone, il maresciallo proposto ai rifornimenti, il sott'Ufficiale per la disciplina, servizi interni e amministrativi, 2 Caporali, 10 Infermieri e un Inserviente.

Il flusso di feriti gravi fu subito copioso a Zagora, in seguito all'offensiva italiana sui prospicenti monti Vodice e Kuk. Gli operati nel posto chirurgico avanzato, per mezzo di autoambulanze, venivano poi traslocati presso l'ospedaletto da 50 letti n. 111 a Dornovico e l'ospedale di guerra CRI n. 63 a Corno di Rosazzo.

Ai primi di luglio 1917, il "gruppo Marro" si spostò a Plava, nei locali della 62ª sezione di sanità. In quella fase, la Delegazione CRI chiese, con il sostegno della Direzione di sanità, di impiantare un ospedale specializzato in chirurgia nelle vicinanze, dopo aver constatato che l'ospedale di guerra CRI n. 63 di Corno di Rosazzo non era adatto alla bisogna.

Grazie all'acquisto della strumentazione medica da parte del Comune di Como, fu attivato una secondo posto chirurgico avanzato "Città di Como", che operò dal 18 agosto al 3 settembre. Il Posto Base fu dislocato presso Selisce, nella valle dell'Isonzo tra Tolmino e Caporetto, su richiesta del IV Corpo d'armata, in un tunnel di circa 50 metri nella cui parte terminale trovò spazio la saletta operatoria. Il posto avanzato raggiunse la prima linea a quota 1186 del monte Mrzly. 

I noti eventi di "Caporetto" sospesero la meritoria opera del "Gruppo Marro" che perse il materiale sanitario nella ritirata. A gennaio 1918, grazie all'offerta ricevuta dai membri dalle Associazioni Laniera e Serica del comasca e dai cittadini torinesi e milanesi, il prof. Marro, ricevuto il placet dall'autorità militare, non potendo più contare sui magazzini della CRI, costituì il primo gruppo chirurgico avanzato, composto da tre posti avanzati, che in gennaio furono dislocati sul Monte Grappa, baluardo della resistenza italiana.

Grazie al supporto del Prof. Angela dell'81a sezione di sanità, furono adattate a postazione chirurgica cinque stanze dell'Albergo dell'Archeson (Cap. medico Ingaramo, Ten. medico Pendola, Ten. medico Zoppi); la dismessa Cappella di S. Andrea di Fietta (tenuta fino al gennaio 1918), invece, divenne luogo di immagazzinamento, parcheggio per l'autoambulanza e per il furgone. Per rendere più efficace l'azione di primo soccorso, il “Gruppo Marro” decise di insediare un Posto Base nelle Val delle Mure, da dove distaccare varie aliquote mobili presso i posti di medicazione dei reparti di prima linea. I feriti operati poi venivano inviati all'ospedale da guerra CRI n. 34 a Crespano (Cap. medico Carimati).

MAVM MarroUn'aliquota avanzata trovò posto a Sella Boccaor, nella postazione lasciata dall'aliquota della 1a Ambulanza Chirurgica del prof . Nigrisoli. Era composta da due locali quadrati coperti in funzione di sala operatoria e preparatoria, da due baracche "Pasqualini" utilizzate come infermeria, ufficio, mensa e dormitori. Da questa nuova dislocazione, il prof. Marro, nel frattempo promosso tenente colonnello, operò i feriti della 1a e 56a Divisione, con l'opportunità di un rapido rientro alla base dell'albergo Archeson per altre emergenze.

Nel marzo 1918, il "campo base" del "Gruppo Marro" si spostò nuovamente, questa volta alloggiando in una galleria presso Forcella Melin (quota 1300) nella zona della Conca di S.Liberale, non lontano dal Boccaor, dove rimase fino a due giorni prima del termine del conflitto. Infatti, il 2 novembre, l'equipe medica del Marro ricevette l'ordine di spostarsi a Feltre per coadiuvare le operazioni di soccorso presso l'ospedale civile.

A Feltre, il "Gruppo Marro" fu raggiunto dalla notizia dell'armistizio ma continuò ad operare in quella sede fino al 23 novembre quando traslocò per la sua ultima tappa a Vicenza, nei locali in uso all'ospedale da 100 letti n. 008 collocato presso la caserma d'artiglieria, dove terminò il proprio lodevole servizio nell'aprile 1919.

Non è dato sapere quanti feriti e di quale gravità furono assistiti dal prof. Marro e dai suoi collaboratori, ma possiamo azzardare che l'opera svolta sia stata efficace per salvare molte vite se - come è vero - l'Albo d'oro riporta un solo morto presso il "Gruppo chirurgico Marro". Si tratta del soldato Serafini Vito, un "ragazzo del '99" da Bagnaja (Viterbo) in forza alla 3a Compagnia del 40° fanteria deceduto il 30 luglio 1918 per ferite riportate in combattimento.

 

La preziosa opera del "Gruppo Marro" si rispecchiò anche nelle numerose decorazioni concesse ai militari di ogni ordine e grado che ne fecero parte:

s. ten. med. Giuseppe BARONI da Torino - Croce di Guerra al Valore Militare

"Volontario al gruppo chirurgico avanzato Marro, sempre sereno ed attivo nell'intenso lavoro sanitario, fu esempio di coraggio, calma e disciplina, proseguendo ad operare sotto l'intenso tiro nemico. — Valle Mure di Paderno, giugno-settembre 1918".

sold. Angelo CAPPELLI da Coriano (Forlì) - 2 Croci di Guerra al Valore Militare

"Durante un intenso bombardamento nemico, noncurante del pericolo, spontaneamente accorreva in aiuto di colpiti, trasportando a spalla i feriti gravi. — Valle Mure di Paderno (Treviso), 24 agosto 1918".

"Per dieci mesi ininterrottamente in prima linea, cooperò con abnegazione al funzionamento del gruppo chirurgico avanzato Marro. Zelante nel compimento del proprio dovere, pronto ad ogni fatica, ad ogni sacrificio, dette prova costante di fermezza durante i molteplici, intensi ed aggiustati tiri dell'artiglieria nemica. — Archeson, Valle Mura di Paderno (Treviso), gennaio-4 novembre 1918".

sold. Felice MANSUETO da Montebello Ionico (Reggio Calabria) - Croce di Guerra al Valore Militare

"Per dieci mesi ininterrottamente in prima linea, cooperò con abnegazione al funzionamento del gruppo chirurgico avanzato Marro. Zelante nel compimento del proprio dovere, pronto ad ogni fatica, ad ogni sacrificio, dette prova costante di fermezza durante i molteplici, intensi ed aggiustati tiri dell'artiglieria nemica. — Archeson, Valle Mura di Paderno (Treviso), gennaio-4 novembre 1918".

sold. Roberto OSTICCIOLI da Perugia - Croce di Guerra al Valore Militare

"Per dieci mesi ininterrottamente in prima linea, cooperò con abnegazione al funzionamento del gruppo chirurgico avanzato Marro. Zelante nel compimento del proprio dovere, pronto ad ogni fatica, ad ogni sacrificio, dette prova costante di fermezza durante i molteplici, intensi ed aggiustati tiri dell'artiglieria nemica. — Archeson, Valle Mura di Paderno (Treviso), gennaio-4 novembre 1918".

sold. Enrico PASTUCCI da Napoli - Croce di Guerra al Valore Militare

"Per dieci mesi ininterrottamente in prima linea, cooperò con abnegazione al funzionamento del gruppo chirurgico avanzato Marro. Zelante nel compimento del proprio dovere, pronto ad ogni fatica, ad ogni sacrificio, dette prova costante di fermezza durante i molteplici, intensi ed aggiustati tiri dell'artiglieria nemica. — Archeson, Valle Mura di Paderno (Treviso), gennaio-4 novembre 1918".

ten. med. Giuseppe PENDOLA da Loano (Genova) - Croce di Guerra al Valore Militare

"Volontario al gruppo chirurgico avanzato Marro, sempre sereno ed attivo nell'intenso lavoro sanitario, fu esempio di coraggio, calma e disciplina, proseguendo ad operare sotto l'intenso tiro nemico. — Valle Mura di Paderno (Treviso), gennaio-settembre 1918".

cap. m. Mario PESATORI da Milano - Croce di Guerra al Valore Militare

"Mentre era in sviluppo un intenso tiro nemico, noncurante del pericolo, accorreva in aiuto di dieci colpiti da granata, adoperandosi ad organizzare ed effettuarne lo sgombero. — Valle Mure di Paderno (Treviso), 24 agosto 1918".

serg. Raimondo PUCILLO da Grottaminarda (Avellino) - Croce di Guerra al Valore Militare

"Per dieci mesi ininterrottamente in prima linea, cooperò con abnegazione al funzionamento del gruppo chirurgico avanzato Marro. Zelante nel compimento del proprio dovere, pronto ad ogni fatica, ad ogni sacrificio, dette prova costante di fermezza durante i molteplici, intensi ed aggiustati tiri dell'artiglieria nemica. — Archeson, Valle Mura di Paderno (Treviso), gennaio-4 novembre 1918".

sold. Giulio TONINI da Prato - Croce di Guerra al Valore Militare

"Per dieci mesi ininterrottamente in prima linea, cooperò con abnegazione al funzionamento del gruppo chirurgico avanzato Marro. Zelante nel compimento del proprio dovere, pronto ad ogni fatica, ad ogni sacrificio, dette prova costante di fermezza durante i molteplici, intensi ed aggiustati tiri dell'artiglieria nemica. — Archeson, Valle Mura di Paderno (Treviso), gennaio-4 novembre 1918".

 

N.B. I dati digitalizzati del gruppo chirurgico avanzato "Marro" saranno integrati nella banca dati delle ambulanze chirurgiche del Regio Esercito e degli ospedali chirurgici mobili della CRI in occasione del prossimo aggiornamento.

 

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