L'esercito tedesco ma anche quello franco-inglese avevano impiegato da tempo e largamente le ambulanze chirurgiche. Proprio il loro utilizzo aveva spinto il Prof. Baldo Rossi a promuovere l'iniziativa per l'istituzione degli ospedali chirugici mobili della Croce Rossa Italia (la riguardo si veda la scheda "ospedale chirurgico mobile"), sulla scorta dei quali anche il servizio sanitario militare decise di istituire in zona avanzata sette (numerate da 1 a 7) ambulanze chirurgiche d'armata, impiantate principalmente per curare feriti cavitari, osteo-articolari, fratturati, feriti al polmone (grazie alla dotazione di appositi reparti per la terapia pneumo-toracica).

Le prime cinque ambulanze furono allestite da una Commissione(1), incaricata dal Ministero della Guerra alcuni mesi dopo l'inizio delle ostilità, su progetti da essa stessa studiati e preparati, allo scopo di dotare l'esercito di unità chirurgiche speciali, da appoggiarsi ad Ospedali da campo in posizioni avanzate. Dopo gli ottimi risultati raggiunti alla fronte, la Commissione fu incaricata di allestirne altre due. Le prime 5 ambulanze chirugiche furono attivate tra il giugno e l'agosto 1916, mentre le ultime due, la 6a e la 7a iniziarono l'attività nel corso del 1917.

La peculiarità di questi reparti, oltre al personale abilissimo ed essere fornite di ogni mezzo per eseguire qualsiasi atto operatorio, era il vantaggio di essere facilmente spostate fin sulle prime linee con automezzi propri e rapidamente impiantabili in modo da essere pronte a funzionare in sole sei ore.
Ogni ambulanza poteva distaccare due ambulanzette che potevano essere dislocate presso le sezioni di sanità delle unità militari più impegnate.

L'ambulanza chirurgica disponeva della seguente dotazione:
1 baracca-tenda (5x15 mt) divisa in tre parti: la centrale, più ampia (5 x 7,50), costituiva la camera operatoria propriamente detta; delle laterali, l'una (2,50 x 5) era destinata alla sterilizzazione e l'altra (5 x 5) agli esami radiologici, e comprende anche una piccola camera oscura. 1 tenda (5x8 mt), suddivisa in 3 reparti, per la preparazione dei feriti prima degli interventi chirurgici, per la sterilizzazione del materiale e per la disinfezione del personale; 1 tenda per accogliere i feriti; 1 tenda per i degenti; 1 tenda magazzino e farmacia; 1 tenda per il personale di truppa; 1 tenda per gli ufficiali medici; 1 tenda per le infermerie volontarie; 1 tenda adibita ad isolamento per i colpiti da malattie infettive.

Tutto il materiale era caricato su 6 autocarri FIAT 18 BL (a tre dei quali era agganciato un rimorchio) e di cui uno speciale con generatore a benzina con caldaia per fornire anche l’illuminazione, 1 furgone e 3 automobili. In alternativa alla specifica tenda, l'autocarro che trasportava i medicinali poteva funzionare da farmacia; un secondo mezzo conteneva i gruppi elettrogeni per la produzione dell'energia elettrica necessaria all'illuminazione dell'ambulanza ed al gabinetto radiologico; un terzo autocarro, infine, trasportava la caldaia e i relativi accessori per gli impianti di riscaldamento e di disinfezione. Gli altri camions, svuotati in tutto o in parte, potevano servire da ufficio, magazzino, ecc. Il tempo occorrente per montare l’ospedale era di 6 ore circa, mentre ne bastavano 4 per essere smontato e caricato sui camion.

Il personale medico era composto da un maggiore medico (direttore), 9 ufficiali medici, 1 ufficiale farmacista, 1 ufficiale d’amministrazione, 1 cappellano militare, 10 soldati infermieri, 4 infermiere volontarie, 38 soldati per servizi vari e 15 autisti-meccanici.

Ogni Ambulanza costò all'erario da 250 mila a 300 mila lire circa e fra le ditte fornitrici si annoveravano: Società Fiat di Torino per il materiale automobilistico; Ettore Moretti di Milano per baracche e tende; Luigi Gorla di Milano per gli apparecchi radiologi; lng. E. Kestenholz di Milano per gli apparecchi di riscaldamento e disinfezione; Soc. E. Marelli e C. di Milano per le dinamo. Solo gli strumenti chirurgici, i depuratori delle acque e parte delle ampolle per i raggi X furono acquistati a Parigi, rispettivamente dalle ditte Gentile, Desrumaux e Gaife. Molto materiale, invece, fu costruito direttamente nelle officine della citata Commissione.

Guarda la gallery dell'ambulanza chirurgica d'armata

(1) La Commissione per l'allestimento delle Ambulanze chirurgiche, istituita in Bologna dal Ministero della Guerra, era composta dal Presidente Maggiore Conte Piero Bianconcini, Duca di Mignano ,e dai Commissari: Capitano Bonorni Ermete, Maggiore Busi prof. Aristide, Maggiore Calabrese prof. Donato, Maggiore Focacci Cav. Giuseppe, Marcovigi ing. Giulio, Maggiore Ruata prof. Guido e Capitano Zanotti Alberto.

 

 

N.B.: Nel database riferibile alle ambulanze chirurgiche e ospedale chirurgico sono stati integrati anche gli ospedali chirurgici della CRI.

 

 

Pin It